Voglio inaugurare la mia rubrica “Il caso del mese” affrontando un problema frequente e che può risultare molto invalidante:
quello dell’onicocripotsi.
Il 16 settembre ricevo la telefonata da Federico, un ragazzo di 20 anni che frequenta l’università e gioca a basket nel tempo libero.
Si rivolge a me perché da luglio non riesce a risolvere un dolore all’alluce costante, che gli comporta un forte arrossamento e rigonfiamento su tutto il profilo dell’unghia.
Dalla prima telefonata cerco di farmi un’idea in base agli elementi ottenuti: quasi sicuramente si trattava di unghia incarnita.
Per avere le idee un po’ più chiare sulla situazione di Federico, in attesa della prima valutazione, gli chiedo di inviarmi una foto come spesso faccio con i miei pazienti: lo stato dell’unghia non era affatto buono, presentava un grosso granuloma che occupava tutto il solco ungueale (foto 1).
Federico mi racconta che la sua situazione era peggiorata nei mesi, addirittura a ferragosto non riusciva a camminare dal dolore e questo lo ha costretto ad interrompere lo sport.
Credendo di trovarsi di fronte solo ad un’infezione, mi dice di essere intervenuto con degli antibiotici che ha assunto per quasi un mese: in casi come questo assumere antibiotici non è un rimedio sufficiente perché è necessario intervenire localmente sull’unghia e rimuoverla.
Il granuloma è un’infezione e si sviluppa come reazione cutanea difensiva nei confronti dell’unghia che ha lesionato il solco ungueale, la causa è per questo motivo meccanica (da conflitto o da taglio) e non batterica. Solitamente casi del genere hanno un solo epilogo, la chirurgia, tuttavia decido di tentare un approccio conservativo: se non avesse portato risultati, avrei fatto ricorso all’intervento di fenolizzazione.
Il primo appuntamento è fissato per venerdì 18 settembre, in attesa gli raccomando di fare alcune medicazioni per ridurre l’infiammazione locale e “facilitare” il mio intervento. Durante la prima visita sono intervenuto praticando un’incisione trasversale per cercare di liberare il più possibile lo spazio fra canale ungueale e granuloma; se l’unghia non viene rimossa, il granuloma non si riduce e il paziente non andrà mai a risoluzione (foto 2).
Prima di salutarci ho prescritto a Federico delle medicazioni da fare con prodotti che tendono a restringere il granuloma: seccandosi si va a ridurre ulteriormente, anche se determinante in questo processo è la rimozione dell’unghia sottostante.
Federico torna in studio da me il 23 settembre per un primo controllo, occorre infatti valutare di quanto si sta riducendo il granuloma, inziare ad esportarlo e valutare se l’inclinazione dell’unghia è già corretta (foto 3).
Fissiamo il secondo controllo per il 7 ottobre e la situazione è nettamente migliorata: dopo aver asportato tutto il granuloma, l’unghia è pulita, il solco è asciutto (foto 4).
A questo punto Federico verrà monitorato per i prossimi 40/60 giorni: è cruciale seguire la ricrescita dell’unghia in base all’inclinazione creata per poter evitare recidive.
Federico per tutta l’estate ha convissuto con un dolore invalidante, provando a rimediare tramite antibiotici e prodotti locali.
Quando ci si trova di fronte a un caso di onicocriptosi bisogna ricordarsi che la causa è meccanica e per tornare alla nostra vita bisogna sicuramente intervenire sull’unghia, operazione che solo un podologo può svolgere correttamente.